13 marzo 2020

Covid-19 :: Atto IV°

Caro Covid,

ben trovato, mi sono abituato ad iniziare la giornata con te (pensa come sono messo!) e quindi anche oggi non faccio eccezione. 
Ti stupirai, forse, ma non sono qua per tirarti le orecchie, ma per ringraziarti (oh, non montarti la testa, però!)
Grazie a te ed alla tua prepotente diffusione (smetti di tirartela, ti ho già avvisato!), abbiamo riscoperto cosa voglia dire solidarietà. Intendo quella vera, quella che nasce spontanea tra le persone e non quella che si "compra" attraverso accordi di facciata.

Dalla Cina (proprio quel luogo che noi avevamo considerato territorio appestato chiudendo i voli diretti ed insultando/picchiando i suoi cittadini residenti in Italia) sono arrivati personale medico esperto ed un bastimento di dispositivi di protezione. Tanto di cappello per questa lezione di stile. Mi piacerebbe illudermi (accidenti, non smetto mai di essere un incredibile romantico, per dirla alla Vasco) che questo possa essere l'inizio di una nuova era nei rapporti tra i cinesi e gli italiani. Sono una comunità chiusa, sono il primo a riconoscerlo, ma alla luce di quanto sta accadendo proviamo a guardarli con occhi diversi, magari potremmo imparare tante cose. 

La storia ci insegna che i momenti di estrema difficoltà avvicinano le persone, uniti esorcizziamo le nostre paure facendoci forza. In questi giorni ho sentito lo slogan: #distantimauniti e non posso che aggiungere come la vicinanza si possa dimostrare anche senza abbracciarci, per poi tornare a farlo più forte di prima.  

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