30 settembre 2009

Gilardino suona il violino


Sono da poco passate le 17.30 di uno stranamente afoso pomeriggio di fine settembre quando, a causa di una brusca frenata dell'autobus, sono costretto a riaprire completamente gli occhi e raddrizzarmi sul seggiolino di plastica dura, momentaneamente scambiato per una “chess long” dalla mia assonnata fantasia. Superate le imprecazioni varie e gli accidenti al “coglione” di turno che aveva inopportunamente tagliato la strada al 35, mi rendo conto che siamo ormai all'altezza di Via Baracca. Mi rendo conto solo allora di aver dormito tutta Via Pistoiese, ma questo non è rilevante ai fini di quello che sto scrivendo. Con un occhio ancora chiuso e l'altro semiaperto, guardo fuori dal vetro e noto un uomo con l'uniforme delle Guardie Giurate. Essendo proprio ad un metro da me, non posso fare a meno di notarlo: uniforme scura con il logo sul petto, stivali modello anfibi allacciati quasi fino al ginocchio e cintura ben allacciata in vita che sorregge la foderina dove si nasconde la pistola d’ordinanza. Nel momento in cui sale in autobus, mi accorgo che dalla tasca posteriore dei suoi pantaloni penzola qualcosa. Con mia sorpresa vedo si tratta di una sciarpa viola sulla quale riesco ad intravedere stampato un un giglio rosso, simbolo della città di Firenze.
Ancora non sono completamente sveglio, anche perché l'autobus ha ripreso la sua normale corsa e mi riesce difficile non assecondare il dolce dondolio del traffico cittadino. Faccio un ulteriore sforzo ed apro anche l'altro occhio. Adesso sono pronto, ho ricollegato il cervello e mi sono ricordato che stasera si gioca Fiorentina – Liverpool, valevole per la fase a gironi della Champions League ( per i nostalgici come me, la vecchia Coppa Campioni ). Percorrendo via Baracca verso Porta al Prato, incontro continue conferme che l’incontro si svolgerà in serata all'Artemio Franchi. Alla fermata dopo Piazza Puccini, in piedi parlando con un'amica, vedo una ragazza. Giovane, forse molto giovane, ma non saprei dire con esattezza l'età. L'autobus è affollato, riesco a vedere la ragazza solo per brevi attimi nell'attesa che i passeggeri scendano. Mi colpiscono le All Star viola, i jeans leggermente strappati sulle ginocchia, al polso un braccialetto viola abbastanza vistoso ed al collo una sciarpa anch’essa di colore viola. L'autobus sta per ripartire, le porte sono già chiuse quando finalmente riesco a vedere la figura intera della giovane tifosa. È un attimo, tanto quanto basta per vedere che indossa una maglietta di colore viola, di quelle dei gruppi del tifo organizzato. Sulla maglietta c’è scritto " Gilardino suona il violino". Messaggio dal chiaro intento propiziatorio che invita il bomber viola a fare la cosa che meglio gli riesce: segnare.
Nelle vicinanze di Porta la Prato il traffico scorre lento, un lungo serpentone di veicoli procede a passo d’uomo in attesa di attraversare il semaforo che immette sui viali di circonvallazione della città. Sto cercando di leggere la locandina di un’edicola ma ho la visuale coperta, da lontano non capisco bene cosa mi impedisca di decifrare il contenuto della notizia. L’autobus si avvicina all’edicola e scorgo con piacere che il “coso” che mi impediva la lettura è semplicemente una bandiera della Fiorentina appesa poco sopra la locandina. Neanche il gestore dell’edicola ha voluto mancare al rito pre-partita nel quale viene sfoggiato ogni sorta di amuleto viola si possieda perché sia di buon auspicio per la partita.
Arrivo finalmente a Santa Maria Novella, storica stazione ferroviaria fiorentina, dove lo spettacolo che mi si presenta non lascia ormai più dubbi. La Fiorentina si ama a prescindere, che vinca o che perda. Gruppi di ragazzi qua e là per la stazione si dirigono fiduciosi verso i treni che li condurranno alla vicina stazione di Campo Marte, situata praticamente di fronte all’Artemio Franchi. Alcuni sventolano le sciarpe come ad annunciare il loro arrivo, altri approfittano del tragitto per mangiare un panino, dato che più tardi lo stomaco si chiuderà per le tante emozioni e non avranno occhi altro che per la partita. Mi rendo conto che il vero spettacolo a Firenze non è quello per cui si paga il biglietto, ma sono i tifosi della Viola, così come la chiamano loro da sempre. Nei giorni delle partite casalinghe si preparano fin da molte ore prima dell’incontro, indossando qualsiasi cosa viola trovino in casa e sfilando per la città come patrioti in marcia uniti in attesa del grande evento, pronti a tutti per difendere la loro fede.
Il risultato della gara con gli inglesi? Che importanza ha, al vero spettacolo abbiamo già assistito per la città e sugli spalti del Franchi.

Nessun commento:

Posta un commento