25 giugno 2010

Addio Sudafrica...


E così arrivò il momento di tornare a casa, l'attimo in cui si ha la percezione che tutto è perduto, che quella coppa alzata quattro anni fa al cielo azzurro di Berlino verrà baciata, adorata e strapazzata da altre mani, che altri saranno i colori che tingeranno il freddo cielo sudafricano la sera dell'11 luglio.

Usciamo con merito, niente da eccepire; purtroppo lo strazio è durato tre partite, giocate nella speranza di vedere i nostri passare in vantaggio, rendersi pericolosi schiacciando l'avversario nella propria metà campo e vincere convincendo. Così non è stato, anzi abbiamo dovuto sempre rincorrere, soffrendo le pene dell'inferno per segnare una rete. La manovra stagnava, le occasioni create si sono contate con il contagocce, mentre gli imbarazzi difensivi hanno rispecchiato l'annata sfortunata avuta da molti dei nostri giocatori. La fortuna non è stata dalla nostra parte come in Germania, ma, si sa, la dea bendata aiuta gli audaci e noi abbiamo osato veramente poco.

Sono già cominciati i processi verso colui che a partire proprio da oggi non sarà più giudicabile in quanto dimissionario, pensionato di lusso che vedremo presto solcare i mari della sua amata Viareggio. Proprio mister Lippi, da uomo navigato com’è, profondo conoscitore dei processi sommari della stampa di casa nostra, ha già spianato la strada ai giocatori che proseguiranno la loro avventura azzurra nel prossimo corso, esentandoli da ogni possibile colpa sul naufragio italico in Africa ed addossandosi tutte le responsabilità. Sappiamo tutti benissimo che così non è, ma ancora una volta Marcello ha dimostrato di essere un campione del mondo, un professionista che in carriera ha vinto tutto e non teme di esporsi in prima persona pur di salvare il salvabile e garantire un futuro speranzoso ai “suoi” ragazzi. Lui ha sicuramente le sue colpe, ma in campo scendono i giocatori, che se nello specifico non arrivano mai primi sul pallone, le palle alte li saltano sistematicamente e Vittek pare Rumenigge...beh allora non c'è mister che tenga!

Il compito di rifondare la nostra Italia, quattro volte campione del mondo, spetterà al coraggioso Prandelli, condottiero intrepido che ha abbandonato la mite sponda viola per affrontare la bufera azzurra che lo attende all'orizzonte. Dovranno essere le nostre società ad aiutarlo in questo nuovo progetto, investendo maggiormente sui vivai e dando più fiducia ai giovani in prima squadra. Solo così potranno crescere i futuri campioni mondiali, ai quali spetterà il compito di farci scendere ancora una volta per strada in una notte d'estate per ricoprire di gloria il nostro calcio.


Foto da gazzetta.it


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