8 giugno 2010

Italia in partenza


Direzione Sudafrica con l'obiettivo di conquistare la quinta coppa del mondo della storia. Impresa ardua pensando alla concorrenza di nazionali come Spagna, Brasile ed Inghilterra, favorite di prima fascia per la vittoria finale. Gli iberici, campioni d'Europa in carica, sono nella loro fase ascendente e potrebbero non avere più la chance di vincere la coppa; il Brasile ha storicamente nel Dna la vittoria mondiale e le sue probabilità di diventare campione sono sempre elevate. L'Inghilterra di Fabio Capello è una reale accreditata al successo finale: solida e cinica come la nazionale italiana del 2006, può contare su elementi di spicco in grado di risolvere la gara con una sola giocata.
E la nostra Italia, campione del mondo in carica? Il clima di polemiche che precede ogni mondiale da noi, sembra non mancare neanche quest'anno: l'inchiesta su Calciopoli ha ripreso vigore, le proteste per le esclusioni eccellenti da parte del commissario tecnico hanno fatto infuriare tifosi e giornalisti. Per non parlare poi dell'ultimo caso scoppiato in ordine di tempo che riguarda Marchisio, il centrocampista della Juventus, che durante l'esecuzione dell'inno nazionale in occasione dell'ultima amichevole contro la Svizzera ha dato della Ladrona a Roma! Come se solo Bossi ne avesse il diritto...
Insomma, siamo già entrati tutti in clima mondiale, dove ogni piccolo insignificante gesto viene amplificato all'inverosimile pur di catalizzare tutta l'attenzione verso quell'evento magico che si ripete ogni quattro anni e che paralizza interi stati nei giorni degli incontri clou.
Lasciando da parte le polemiche ed analizzando gli aspetti tecnici del mondiale che sta per iniziare, gli azzurri non sembrano in grado di recitare, ad oggi, il ruolo di squadra da battere. Siamo più "vecchi" di quattro anni nell'ossatura principale e forse le motivazioni sono inferiori: la cosiddetta fame di vittorie non potrà essere la stessa dell'ultima edizione. Gli innesti dei giovani non sembrano così convincenti e rodati da poter competere con le altre nazionali; inoltre, il nostro reparto offensivo non gode della stessa esperienza internazionale di quelli in possesso delle altre squadre. Ovviamente si tratta solo di considerazioni da bar, perché con mister Lippi in panchina tutto è possibile: l'ha dimostrato nel 2006, quando nessuno avrebbe scommesso su di noi e poi è andata com'è andata.
Primo banco di prova sarà il Paraguay, avversario tosto dai tipici ritmi lenti sud americani ma che non disdegna un gioco concreto interpretato da giovani calciatori in grado di creare pericoli. Ci vorrà la migliore Italia per un esordio convincente e benaugurante per il prosieguo del torneo: il girone non è assolutamente da prendere alla leggera e la vera incognita sarà la Slovacchia, squadra capace di tutto, contro la quale occorrerà fare tesoro di tutta l'esperienza accumulata per non uscirne con le ossa rotte.

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