20 ottobre 2009

Che Spettacolo!



Perché tutti vogliamo bene a Valentino Rossi? Forse perché è impossibile non volerglielo.
Il motivo principale è che è sempre stato, come del resto lo è tutt'ora, un ragazzo come noi.
Personalmente, considero il motociclismo alla stregua del ciclismo. Quelli che arrivano al traguardo sono tutti degli eroi. Mi piace vedere la passione che hanno questi ragazzi per le moto. In particolare per la loro moto, basti osservare come se la coccolano e le cambiano le calcomanie prima di ogni gara. Per non parlare del casco: chi lo personalizza con la bandiera del proprio paese, chi ci disegna su qualche animaletto e chi, semplicemente, ricorda a tutti il suo numero, evidenziandolo a caratteri cubitali. Spesso si tratta di veri e propri adolescenti che, a soli 15/16 anni, salgono in sella a potenti bolidi nel tentativo di trasformare la loro passione in un lavoro. Curiosa la riflessione fatta una volta da un giovane pilota, il quale ricordava come prima fossero loro a pagare per girare in pista, mentre adesso venivano pagati per farlo.
Logicamente solo alcuni di loro ce la faranno. Per gli altri, nonostante l'immensa passione, resta la soddisfazione di averci provato.
Non è stato il caso di Valentino che, fin da ragazzino, ha sempre avuto il vizio di non chiudere mai il gas. Sempre aperto, curva dopo curva e fino alla vittoria. Fuori dalla pista è riuscito nell'impresa di diventare un personaggio mediatico amato da sportivi e non. La ricetta di tutto questo successo su più fronti è molto sepmplice nel suo caso : essere semplicemente se stesso. Compito non da poco restare il ragazzo di Tavullia che correva in ape con gli amici per il paese, quando giovanissimo ha cominciato a vincere e stravincere ovunque. Lo ha aiutato molto il suo modo di concepire la moto ed il mondo delle corse. Il vero divertimento è correre, sfidarsi in pista con gli avversari e, se la moto lo permette, derapare ad ogni curva.
Con Valentino siamo diventati tutti un pò meno italiani. Abbiamo abbandonato quella nostra
antica mentalità dove conta solo e soltanto fare punti per di arrivare davanti al nostro avversario, senza preoccuparsi del come si corre.
Con Valentino abbiamo imparato che si corre per la gioia di correre, per offrire al pubblico uno spettacolo degno di tale nome e, se tutto va per il meglio, per vincere. Cercare la vittoria sempre, senza fare troppi calcoli e senza pensare a chi abbiamo davanti o dietro. Così si corrono rischi maggiori, è vero. Difatti è successo che Valentino cadesse per la troppa voglia di dimostrare a tutti il suo valore, eppure ci siamo divertiti ugualmente. Eccolo dove sta lo Spettacolo. Lo abbiamo applaudito, lo abbiamo atteso per sentire il suo pensiero e capire dove fosse il problema. Lui, come sempre, mostra il massimo rispetto per giornalisti e tifosi. È diretto, schietto e non fa giri di problemi. I suoi errori li ha sempre riconosciuti e se c'è stato da puntare il dito contro qualcuno lo ha fatto, ma sempre in maniera costruttiva.
Ci dimostra di divertirsi ogni volta che sale in moto. A dimostrazione della sua passione sconfinata per i motori, finita la stagione del motomondiale, lo ritroviamo su una macchina da rally o in qualche bosco, pieno zeppo di fango, impegnato a derapare su una moto da cross.
Vederlo ci trasmette quella passione sana che lui ha per i motori e per le corse. Valori ed ideali che dovrebbero rappresentare un modello per i nostri ragazzi.
Gli vogliamo bene anche perché è umano. Oltre ad essere un grande uomo che riconosce quando gli avversari vanno più forte e si complimenta con loro pubblicamente, è in grado di spiegarci così,candidamente e col sorriso sulle labbra, che non si può sempre vincere, proprio come gli eroi dei fumetti.
Probabilmente, già nella prossima gara di Sepang, in Malesia, conquisterà il suo nono titolo mondiale. Festeggerà, eccome se lo farà, lo ha sempre fatto fin dalle sue prime apparizioni in 125.
Il vero spettacolo, però, resta quello che ci offre in pista, gara dopo gara. Un repertorio infinito fatto di traiettorie spesso contro le leggi della fisica e sorpassi al limite della gravità terrestre.
Il motociclismo deve tanto a Valentino Rossi, o meglio, deve tanto a quel semplice ragazzo di provincia che dimostra ancora oggi a tutti cosa voglia dire tramutare la passione per le corse in un vero e proprio Spettacolo!
Che Spettacolo Vale!

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