1 ottobre 2009

Le donne nel pallone!


Non esiste cosa più bella se non quella di sentir parlare di calcio una signora. Solitamente il punto di vista è una finta di corpo su calcio di rigore…spiazzante! Ti stupisci di come non avevi mai pensato a quella cosa o perché non ti eri mai posto quel problema. Le nostre italiche signore non arrivano dirette al dunque, questo è tipico di noi maschietti! Partono da più lontano ed esaminano vari aspetti di un incontro. Dal perché il centravanti ( 1,90 e due spalle da armadio ) era leggermente spettinato e pure sudato dopo soli dieci minuti di gioco, al come mai la conchiglia ( o sospensorio che dir si voglia ) dello stopper era leggermente calante, quasi piegato!
Per non parlare poi di quando si accaniscono con il povero arbitro! Una volta mi trovavo allo stadio, per l’esattezza allo storico Artemio Franchi di Firenze. Nel silenzio generale durante una sostituzione, sentii una signora, tra l’altro ben vestita, urlare: “- Arbitro iniquo!” Non vi sto a raccontare il sentimento di ilarità che suscitò nelle persone che le sedevano nei pressi, me compreso! In mezzo ai quei tutti “ figlio di…” “ tua moglie dov’è…portala qua…da noi, eh!” “cornutaccio”, “becco nero”, “corvaccio” e via dicendo, sentire una signora che non rivolgeva nessun insulto al direttore di gara aveva destato più interesse di tutte le vagonate di insulti.
Le donne chiedono quasi sempre se quella con la maglia a strisce è la tale squadra oppure se quella che gioca adesso è la nazionale. Pare che per loro esistano solo le partite di calcio della nazionale! All'improvviso, nel bel mezzo di un calcio di punizione dal limite se ne saltano fuori con: "- ma quello non è Kaka? Non è brasiliano? E perchè gioca nel Milan che è una squadra italiana?". Valle a spiegare le perfide leggi di mercato che regolano gli scambi internazionali! Svanita l'occasione per passare in vantaggio, eccola che riparte in contropiede : "- certo la moglie di Kaka é un pò bassina!” vedendo che non faccio una piega, incalnza con un'azione tambureggiante: "- non ti sembra?! Ma tu come la vedi ? Forse stava meglio prima, con l'altro taglio di capelli che la faceva sembrare più alta" Beh... Io come la vedo, nel bel mezzo di un forcing avversario non bene! Mi tocca però rispondere, altrimenti inizia una nuova mischia in sala.
Siamo alla mezz'ora della ripresa, ancora il risultato è in parità, la partita è molto tirata, le squadre sono molto allungate e si verificano continui capovolgimenti di fronte. Proprio nel pieno di un'azione corale da parte degli ospiti, eccola che scatta inserendosi in profondità, mettendo a dura prova la mia retroguardia: "- Certo, una partita che finisce zero a zero, che partita è?! " Tento di spiegarle che a volte un punto lo si può interpretare anche come guadagnato, mentre invece, in certe altre occasioni si valuta negativamente pensando ai due punti persi.
La vedo assente, non sembra molto interessato alle mie indicazioni, è un'istintiva, genio e sregolatezza del calcio moderno. Si alza di scatto dal divano come per incitare i suoi: "- un goal, certo, ci starebbe proprio bene" dice lei. Non termina neanche la frase che uno svarione difensivo di proporzioni colossali spalanca la via della rete agli avversari. Siamo solo al 90° minuto. La vedo stirarsi in piedi soddisfatta, mette a posto i cuscini sui quali era seduta sul divano (sul quale mi viene da pensare avesse gufato per tutto il tempo) e si dirige indifferente verso la camera da letto. Prima di sparire nell’oscurità del corridoio, si volta facendomi capire che le si chiudono gli occhi dal sonno e mi abbozza un lieve sorriso, probabilmente inconsapevole di avermi fatto pentite di non essere andato al bar a vedere la partita.
Arriva il triplice fischio, ma ormai starà già dormendo! Sogni d'oro cara, è un piacere vedere le partite con te!

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