21 aprile 2010

In finale al 51%...caro Josie!


Non fatevi ingannare dai titoli a nove colonne di certi quotidiani, la notizia di ieri sera è che la squadra di Mourinho ha vinto la semifinale d'andata di Champions League contro il Barcellona campione d'Europa e del mondo!
Tutto il resto non conta. Che si giocasse a San Siro e che ancora manchi la gara di ritorno al Camp Nou prima di strappare il biglietto per la finale di Madrid sono dettagli secondari. Poco importa se il 3 a 1 non è al riparo da rischi di rimonta spagnola, non ci interessa se poteva starci un rigore per Messi e compagni e se la rete del "principe" era in sospetto offside. Al momento sono aspetti che non devono condizionare la soddisfazione per il successo straripante ottenuto ieri sera da Julio Cesar e compagni. Balo ( chiamato amorevolmente "seu filho da puta" dal tecnico di Setubal quando non rispettava i dettami tattici imposti una volta entrato in campo ) ha scaraventato a terra a la maglia dell'Inter al termine della gara? In un gruppo capace di reagire caratterialmente al vantaggio blaugrana, come hanno fatto ieri sera i nerazzurri, i capricci di una pecora nera ( assolutamente nessun riferimento al colore della pelle del futuro attaccante della nazionale italiana ) non ne turberanno di certo l'equilibrio vincente.
Le partite sono strane, a volte nascono male come se fossero irrimediabilmente segnate: pareva il caso dell'Inter quando, dopo aver fallito la palla per il vantaggio, è stata punita dalla discesa del brasialiano Maxwell, ex di turno insieme ad Ibra, che dopo esser penetrato in area ha servito rasoterra Pedro che ha insaccato completamente smarcato. Subire una rete dal Barça in casa dopo venti minuti, non è proprio una pacca di incoraggiamento verso la qualificazione. Invece è stato lo schiaffo che ha svegliato la reazione interista, guidata rabbiosamente dai suoi uomini simbolo. Il pareggio è stato infatti opera di Maicon, immenso fino al cambio forzato, Milito, l'unico temuto alla vigilia da Messi e di Sneijder, uno sul quale solo Mourinho ha creduto ciecamente fino a portarlo a Milano, dopo che a Madrid era finito nel dimenticatoio.
La dimostrazione che il Barça era perforabile e di conseguenza battibile ha trasformato l'Inter nel toro che vede la preda ferita davanti a sé: spinta anche dagli 80 mila del Meazza, la furia nerazzurra s'è abbattuta sugli avversari come un ciclone rivolta le acque dell'oceano ed ha avuto la meglio. Il Barcellona non è certo squadra che si copre aspettando di colpire l'avversario di rimessa e l'Inter si è adeguata affrontandola a viso aperto, basando il proprio gioco su verticalizzazioni improvvise e sfruttando le incursioni sulle fasce.
Di Maicon e Milito le altre due reti che nella ripresa hanno messo al sicuro il risultato. E' un Inter apparsa in netta crescita, soprattutto a livello mentale: sono queste le gare chiave in cui la squadra acquista coscienza dei propri mezzi anche in Europa. 51% di possibilità di approdare in finale, e non 50% come ha continuato a dichiarare Mourinho nel dopo gara, proprio perché i nerazzurri dispongono adesso di quel coraggio fondamentale per giocare a viso aperto contro le maggiori squadre europee.
Capitan Zanetti che ferma in velocità il suo connazionale Messi, miglior giocatore al mondo, come se fosse uno qualunque; Lucio e Samuel che neutralizzano l'amato-odiato Ibra costringendo Guardiola a toglierlo per coprirsi con un difensore, sono la sintesi di una gara praticamente perfetta da parte dei nerazzurri, oltre che dei segnali incoraggianti per il ritorno. L'Inter di Mourinho può finalmente fare male a questo Barça.

Foto tratta sportfeatures.com

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