29 gennaio 2010

Dalla Ginestra alle stelle (Pt.9)



La Sereto della Ginestra

Il freddo e l’umido, che sempre più spesso attanagliano il Valdarno nei mesi invernali, non sono proprio dei toccasana per la già di per sé provata salute dei giocatori dell’Arci. Lontani dal seguire ogni regola o consiglio che li possa aiutare a combattere i temibili agenti atmosferici, spesso si scolano un litro di vino prima di scendere in campo, magari presentandosi all’allenamento con un’ingente quantità di cibo sullo stomaco, ancora da digerire. Spesso approfittano del fatto di fare due corse per poi autolesionarsi in cene che non hanno niente da invidiare ai banchetti natalizi.
Oltre al freddo, bisogna sempre fare i conti con il terreno ghiacciato, principale causa dell’inibizione dei piedini di fata dei ragazzi e colpevole di non farli esprimere al massimo delle loro capacità. Le migliori squadre di serie A, in caso di condizioni atmosferiche avverse, optano per una seduta di allenamento in piscina o sul campo sintetico, solitamente situato all'interno del loro centro sportivo e rigorosamente al coperto. Il Presidentissimo Aldinucci, pur facendo tanto per la sua Ginestra ma non disponendo, tuttavia, della fabbrica dei soldi, non poteva all'epoca, come neanche tutt'ora, permettersi un tale investimento. Se ne valesse veramente la pena, potrebbe farci anche un pensierino, ma visto il materiale umano che si trova per le mani, sostiene lui, meglio lasciar perdere, magari qualcuno, con la scusa del freddo, non si presenta più.
Sono passati più di dieci anni da quella stagione che cambiò per sempre l’approccio alla gara dei giocatori della Ginestra. Fu un autunno freddo quello di allora, seguito da un inizio di inverno a dir poco polare. I ragazzi dell'allora mister Mauro Machetti faticavano ad uscire dal tepore delle loro case per recarsi nella ghiacciaia del Pestello ad allenarsi. Fra le tante innovazioni tecnico-tattiche introdotte dal mister fiorentino, oltre a particolari esercizi di stretching dedicati alla zona lombare accompagnati da irripetibili affermazioni ed alla immancabile partitella a tre porticine, ci fu quella di spostare in palestra uno, almeno inizialmente fu così, dei due allenamenti settimanali. L'iniziativa venne accolta con calore da quasi tutta la dirigenza, per non parlare del sollievo dei ragazzi, finalmente liberati dall'umida morsa del gelo serale. Solo il Presidentissimo, nella sua consueta diffidenza verso il non tradizionale, non fece salti di gioia.
Così venne presa l'abitudine di ritrovarsi presso la Palestra Salus di Terranuova Bracciolini, impianto dotato, oltre che di una fornita sala macchinari, anche di un comodo campo di calcetto coperto. Abituati alla faccia di Remo, ogni volta che entravano nei freddi spogliatoi, il passare dalla reception di un'affollata palestra come quella fu un rifiorire dei sensi a 360 gradi. Abituati al puzzo di varechina del pavimento del Pestello, il profumo di donna regalò un anticipo di primavera ormonale fuori stagione. Il dimoiare dell’ormone fu la logica conseguenza alla vista di tutto quel ben di Dio, sempre intento a fare ginnastica nelle pose più sconvolgenti. La voce si sparse subito e per fare la partitella sul campo di calcetto della palestra, occorreva ormai fare un mini-torneo da quattro squadre, tale era il numero dei presenti, quando al campo marmato del Pestello, a fatica si riusciva a fare un cinque contro cinque!
Il calcetto in palestra andò avanti per una buona parte di tempo e venne intensificato sotto le feste natalizie. Al momento della ripresa, la Ginestra era di scena in quel di Sereto. Forti delle prestazioni sfoggiate fino a quel punto della stagione, i ragazzi di Machetti seguirono lo schema classico dell'allenamento in palestra.
Quella mattina Sereto era ricoperta da una spessa brina che poco aveva a che vedere con il campino della Salus. Pronti via, si capisce subito che non è giornata per i gialloverdi, ma da lì a prevedere quello che sarebbe successo ce ne voleva. Sarà stato il poco preavviso con cui era stata comunicata la data del recupero, oppure il freddo pungente di campagna, sta di fatto che i gialloverdi di Machetti stentavano, vagando spersi per il rettangolo di gioco. Carlo, il perforante stantuffo laterale, punto di forza dell’offensiva gialloverde, non riusciva a sfondare come al solito sulla fascia di competenza. Dura quando gli altri ti passano accanto al doppio della velocità e non sai come fermarli: tale era l'imbarazzo tecnico-comportamentale in quella fredda mattinata a Sereto. Ad aggravare la situazione, scoppiarono pure delle feroci discussioni fra compagni di squadra: memorabile il continuo beccarsi fra Sandrone, mai una volta chiudesse quella bocca ( e ci credo, diranno i più! ) e Vetrino, quello vero che si rompeva solo a guardarlo, con i due che rischiarono di venire alle mani. Una partita di calcio non è un enigma complesso difficile da decifrare: quando una squadra non segna, o lo fa meno dell'avversario, e la difesa si prende giornata libera, può solo perdere. Ovviamente c'è modo e modo di riportare a casa una sconfitta: il 4 a 2, che suonò come un sonoro ceffone a cinque dita, non fu il miglior modo di iniziare l’anno per la Ginestra.
Soprattutto non fu tale da poter esser digerito dal Presidentissimo Mario Aldinucci. Qua occorerebbe una digressione grande quanto mezzo secolo di storia di contemporanea per spiegare il personaggio e tutte le sue sfumature. Mi limiterò col raccontare, tanto perché chi non lo conosce possa inquadrare il personaggio, che quando assiste ad un evento sportivo a cui tiene particolarmente, difficilmente si controlla. Ne sanno qualcosa gli allenatori passati sotto la sua gestione. Il sua raggio d’azione non si limita, per la gioia di svariate federazioni, solo al calcio. Ancora tremano, nel tentativo di mantenere l’equilibrio sul precario seggiolone, i poveri arbitri di pallavolo, vilipesi e scossi dalle potenti scatellate del presidente! La figlia, ottima schiacciatrice della Volley Arno, quando le urla del padre cominciarono a sverniciare le mura della palestra, decise di lasciar perdere con lo sport, resasi conto che se anche avesse deciso di giocare a bocce, l’avrebbe seguita pure al pallaio!
Immaginate quando a giocare era la Ginestra. Oggi, certe volte, per evitare incidenti diplomatici con giocatori e collaboratori, preferisce restare a casa; una volta, però, non aveva maturato tutta questa saggezza tattica e di partite, per la sfortuna dei suoi ragazzi, non ne saltava una. Era impossibile, quindi, che si controllasse dopo l'indecoroso quattro a due di Sereto. In molti, terminato l'incontro, già pensavano a quale scusa inventare per non presentarsi all'allenamento del martedì, quando sicuramente la rabbia del presidente avrebbe avuto sfogo. Contrariamente alle sue abitudini, il patron gialloverde non riuscì ad aspettare fino al primo allenamento utile: i ragazzi erano appena entrati negli spogliatoi, quando al comparire della sagoma del vulcanico presidente calò un silenzio surreale. Sapevano bene tutti di non avere più scampo. Lo sfogo fu memorabile, al pari di quello di Trapattoni ai tempi del Bayern e di quello del Malesani furioso in Grecia. Mi scuseranno i puristi della lingua italiana, ma devo ricorrere all'uso del nostro amato dialetto per rendere meglio l'idea della veemenza con cui furono pronunciate quelle parole.
L'esordio fu senza tanti giri di parole: “... qui un c’è più impegno, e vu andate a giro pe’ i’ campo senza sapere indò…senza voglia, senza cervello, com’un branco di pehore…e vu andate a du’allora…e c’è ma da allenassi qui…” piccola pausa solo per riprendere fiato dopo lo sfogo in totale apnea : “... e poi, i CARCETTO???? Ma che cazz…I carcetto… la SOCIETA’ SI DISSOCIA DA I’ CARCETTO!!”
L’atmosfera era tragicomica, ma ancora doveva venire il meglio. Non aveva finito di tuonare e riprese:
“ …perché se qui c’è qualcuno che pensa d’esse bravo, non c’ha capito una sega…VOI SIETE LO SCARTO, LA FECCIA, I’ RIFIUTO DI TUTTI I CAMPIONATI!!!”
Il buon senso e l’esperienza maturata in anni di sfuriate, avrebbero consigliato un meditativo silenzio: si sa, il presidente quando sbotta sbotta, è un vulcano in eruzione impossibile da arrestare. Forse, a causa la stanchezza sommata allo stress della cocente sconfitta, da un angolo dello spogliatoio si udì una flebile voce:
“ Si, però anche te Mario…” Non ebbe il tempo di aggiungere altro il povero Carlo, che venne investito da un fiume in piena di parole, fuoriuscite dalla bocca del presidente:
“ SII…Anch’io…! Ma se la domenica un’ho voglia sto a letto!” Non lasciando possibilità di replica a nessuno dei presenti. Sbattè la porta e lasciò lo spogliatoio.
Fortunatamente per la Ginestra, la sconfitta di Sereto non ebbe ripercussioni sul proseguo del campionato; merito di un gruppo solido in grado di esprimere un ottimo calcio e di divertirsi tutte le volte che scendeva in campo. Probabilmente quella sfuriata contribuì a non prendere più alla leggera certi impegni ed a chiarire, una volta per tutte, quale fosse lo spirito del presidente.
Pare forse inutile dirlo, ma le sedute di calcetto in palestra subirono una drastica riduzione!

2 commenti:

  1. Capitano ad interim29 gen 2010, 17:26:00

    Non ho parole! Tra la nostalgia e le risate ho le lacrime agli occhi. GRAZIE CUGIO!!!!

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  2. Grazie a te! Il materiale era troppo invitante perchè non venisse fuori qualcosa di divertente!
    Alla prossima!

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