7 gennaio 2010

Indecisione di rigore



La 18°a d’andata ha vissuto intense emozioni soprattutto quando si è trattato di calciare la massima punizione. Non che solitamente i rigori non regalino emozioni e decidano le sorti di un incontro, ma ieri si sono registrati episodi curiosi, tipici della sindrome da rigore.

Il duello Zarate-Kolarov per chi avesse il diritto di calciare il rigore in area del Livorno ha assunto tinte drammaturgiche, con tanto di arrabbiatura finale di mister Ballardini che, per una domenica dove tutto filava liscio come l’olio ( la Lazio ha strapazzato il Livorno del sempre più nero Cosmi per 4 a 1 ) si è trovato a dover gestire il caso di due ragazzini bizzosi in lotta per una trasformazione dal dischetto e sopportare il vaffa di Diakitè, impermalositosi per la sostituzione. Zarate, l’ingordo, voleva rinverdire i fasti della scorsa stagione e rimettersi in pari con il numero di reti segnate, mentre Kolarov, il siluro di Belgrado, desiderava salutare ( forse per l’ultima volta? ) il pubblico biancoceleste prima del suo probabile passaggio all’Inter ( sempre più probabile, visto anche il grave infortunio capitato a Chivu ).

Nel posticipo di San Siro fra il travolgente Milan di Leonardo ed il Genoa colabrodo formato trasferta, i rossoneri non hanno avuto pietà dello storico grifone, che pure era passato soprendentemente in vantaggio con un colpo di testa di Sculli. Anche a Milano il rigore è stato il protagonista assoluto: nel gelido sambodromo del Meazza, Ronaldinho Gaucho prima si fa parare un rigore dal sempre attento Amelia ( con quello di ieri sera sono due i rigori che il portiere di Frascati ha parato al brasiliano in carriera ), poi, con estremo coraggio, si presenta nuovamente dal dischetto lasciando partire un terra aria che si insacca nel lato opposto rispetto a quello indovinato poco prima dal portiere amaranto. La samba che inscena sotto la tribuna per festeggiare il pareggio è solo un delizioso antipasto di quello che avverrà, sempre di rigore, sul punteggio di quattro a uno per il Diavolo. Altra massima punizione decretata a favore del Milan e Ronaldinho che, molto gentilmente e dopo due rigori battuti, lascia l’esecuzione a Beckham. L’inglese, dopo un più che positivo esordio, intuisce che forse non ha molto da guadagnarci in caso di errore e mentre i due portano avanti un tenero siparietto, irrompe capitan Ambrosini, mastodontica la sua prova, che cede la sfera al povero Huntelaar, subentrato poco prima all’acclamato Borriello. L’ex attaccante di Ajax e Real Madrid ringrazia e fa centro. Almeno servirà per il morale. Da segnalare, prima della quinta rete rossonera ad opera dell’olandese, una girata davvero di rigore effettuata dal rinato Borriello, non nuovo a queste prodezze balistiche, che è valsa la sua seconda rete personale della serata.

Anche a Parma l’indecisione in area di rigore è stata quella dello sfortunato Castellini che, ingannato dal mancato colpo di tacco di Grosso, ha insaccato di testa nella propria porta, regalando alla vecchia signora tre punti d’oro, in un momento della stagione in cui i bianconeri stentano a trovare il bandolo della matassa. In attesa di tempi migliori, meglio ringraziare.

Indecisione da rigore anche nei minuti finali di Chievo Inter, quando un tocco di mano di Quaresma viene giudicato ( oppure non visto ) involontario dal direttore di gara. Nerazzurri che controllano la reazione dei padroni di casa e si laureano campioni d’inverno con un turno d’anticipo. Reazione decisa, invece, quella di Balotelli che a fine partita dichiara, senza mezze parole, di non gradire il pubblico di Verona.

La Fiorentina supera qualsiasi indecisione legata a rigori o fuorigioco schiacciando il Siena e dimostrandosi una squadra in piena salute; i viola dovranno solo dimostrare di essere in grado di saper gestire la mina Champions e continuare così fino alla fine del campionato.


Nella foto il rigore che ha dipinto di azzurro il cielo di Berlino nell'estate del 2006.

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