14 gennaio 2010

E' ancora presto...


…Per cantare vittoria e decretare finita la crisi della Juventus. Non dimentichiamoci che la crisi della Juventus, oltre che di risultati, è soprattutto una crisi di gioco. Ben più facile sarebbe stato il compito di Ciro Ferrara se si fosse trattato, soltanto, di risultati negativi a fronte di ottime prestazioni a livello di squadra.

Se la dirigenza juventina era dell’idea di esonerare Ferrara, doveva farlo prima, verosimilmente dopo il ko interno contro il Bayern, costato ai bianconeri l’eliminazione in Champions League. Adesso, dopo un mese di sonore sconfitte e punti preziosi persi in campionato che hanno definitivamente allontanato la possibilità di conquistare lo scudetto, non ha più senso continuare a sondare il terreno per Guus-lo stregone-Hiddink. Tanto vale rinnovare, come pare il CDA abbia temporaneamente fatto, la fiducia all’allenatore partenopeo e sperare che i frutti del suo lavoro si tramutino in gioco e risultati quanto prima.

Nella gara di ieri sera il gioco, valutato come intesa collettiva di squadra, non è stato migliore di altre volte; magari non si è rivisto il disastro tecnico-tattico delle ultime uscite (vedi Milan e Parma), ma ancora siamo lontani da quel prototipo di squadra capace di creare pericoli, sfruttando molteplici situazioni di gioco. Le rare volte in cui la Vecchia Signora è riuscita, in questa stagione, a salvare la pelle vincendo, è stato quando Diego ha fatto gli straordinari. Il brasiliano dovrebbe giocare sempre come ha fatto ieri sera, non ci sono dubbi, ma affidarsi allo stato di forma di un singolo giocatore, dipendendone in modo assoluto, è rischiosissimo. La Juve di questo periodo, purtroppo, è così: il suo gioco passa tutto attraverso i piedi del fuoriclasse ex Werder Brema, capace di giocate in grado di guadagnare spazio e velocità, che permettono di ottenere la fatidica superiorità d’uomo.

E’ già sulla strada buona, i compagni cominciano ad ascoltarlo ed a suon di reti si sta imponendo, ma deve riuscire a diventare ancora più leader di questa squadra, non solo in campo, ma anche nello spogliatoio, Pinturicchio permettendo. Alex è un campione, anche ieri sera non si è fermato un attimo ed ha cercato ed ottenuto la rete e sono certo lo aiuterà in questo: il capitano è troppo intelligente per non capire che il futuro della Juve passa attraverso l’ambientamento del brasiliano. Inoltre i due, proprio come contro il Napoli, hanno dimostrato di poter coesistere in zona d’attacco e contribuire ad aumentare lo scarso tasso tecnico, oltre che il possesso palla, della Juve.

Fondamentale l’iniezione di fiducia ottenuta con il tre a zero rifilato alla squadra di Mazzarri, soprattutto per quei giocatori, vedi i vari De Ceglie, Manninger, Caceres e Marchisio, ancora privi dell’esperienza giusta per affrontare momenti di estrema pressione, come quelli che stanno vivendo adesso i bianconeri. Camoranesi, Buffon, Sissoko, Iaquinta, gente in grado di sfoderare gli attributi anche nelle situazioni più grigie, sono ancora out ed occorre attrezzarsi per sopperire alla loro assenza.

La politica della Juve è nota: sono lontani di tempi dell’avvocato in cui spendere e spandere era la cosa più naturale. Certo, con una migliore organizzazione di gioco, si potrebbe sopperire a questa carenza di talenti ed alla panchina corta che si ritrova Ferrara; ricordo come nell’era Lippi chi entrasse, giovane o vecchio, esordiente o neo acquisto che fosse, lasciava subito il segno e non aveva problemi ad entrare subito in partita. Questo perché gli schemi di gioco erano ben consolidati e la Juve d’allora, capace di tre finali di Champions consecutive, giocava a memoria.

Ancora è una Juve che concede troppo, il centrocampo non filtra abbastanza e permette frequenti inserimenti da parte degli avversari. Anche ieri sera, il Napoli, si presentava con estrema facilità alle soglie dell’area di rigore bianconera. Correndo ogni volta simili rischi, è chiaro che subire reti diventi la più logica delle conseguenze.

Avanti con Ferrara, quindi, sperando di non trovarsi invischiati nella lotta per non retrocedere: a quel punto, forse, converrà rimboccarsi le maniche e chiedere l’intercessione di Padre Cicero, oltre che contattare alla svelta un altro allenatore!

Foto presa da tuttosport.it

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