3 febbraio 2010

Follie di Gennaio!


Sarà l’anomalo freddo di questo inverno, capace di anestetizzare le funzioni primarie del cervello, a causare una serie di uscite e di comportamenti non proprio il linea con quella che viene definita la “morale comune”.

Proprio nelle ultime ore, il premier Berlusconi, in vista a Gerusalemme, ha commentato con il presidente del “club Roma ” della città israeliana l’acquisto del brasiliano Amantino Mancini da parte del suo Milan. Secondo il Presidente del Consiglio, Mancini non è il giocatore che fa per il Milan: ai rossoneri, sempre secondo il patron, serve uno che finalizzi il gioco, uno che in sostanza la butti dentro e non faccia come Huntelaar, aggiungo io. Inoltre, è un altro trequartista che si aggiunge agli altri in rosa e, cosa molto più grave a giudizio di Berlusconi, è fermo da quasi due anni. Un affarone, insomma! Conclude ricordando come ultimamente si rechi a San Siro e veda tifosi piangere: chiede di pensare a lui che, oltre a piangere, li devi pure pagare tutti, dal primo all’ultimo, da Dida a Mancini. Quando si dice come sia importante il dialogo fra l’amministrazione e la proprietà…

Diciamolo francamente, Cassano aveva resistito pure troppo: tanto tempo senza sbottare non era da lui, stavo cominciando a non riconoscerlo più. Così, dopo una mancata convocazione per la trasferta di Udine, figlia, pare, non solo di una scelta tecnica, ma maturata in seguito ad un acceso scambio di opinioni con mister Del Neri, siamo ripiombati in pieno clima di “cassanate”. Per un paio di giorni sembrava che i deterrenti storici del periodo blucerchiato, l’adorazione della tifoseria e la futura sposa Carolina, fossero stati spazzati via nel giro di poche ore. Non sappiamo alla fine cosa sia prevalso nella mente del fantasista di Bari vecchia, ma neanche la chiamata dell’amico Pantaleo Corvino, pronto ad erigere ponti d’oro per portarlo a Firenze, ha avuto successo. Cassano resta alla Sampdoria, perlomeno fino a giugno, ma le cassanate non sono più un lontano ricordo. State in guardia…

Corvino si lega a Cassano in relazione alla triste vicenda del campione della Fiorentina Adrian Mutu, trovato positivo ad una sostanza dopante e che rischia una lunga squalifica. Cassano sarebbe stato il sostituo ideale del rumeno, ma visto il secco dietro front del barese, alla corte di Prandelli è arrivato il brasiliano di belle speranze Keirrison. Chissà cosa passa per la testa di campioni affermati come Mutu per lasciarsi andare a compiere simili leggerezze e rovinare una carriera che già ha rischiato di essere compromessa per l’uso di cocaina ai tempi del Chelsea. Forse l’affermazione di quel saggio di Corvino riassume ogni possibile commento: “Mutu, è un bambino di 30 anni”.

Un altro bambino, cresciuto, a cui piacciono ancora i giochi pericolosi è Francesco Flachi, attaccante del Brescia, risultato positivo, per la seconda volta in carriera, alla cocaina. Sono piovute condanne unanimi da ogni parte del mondo sportivo e non, proposte di squalifica esemplare ed addirittura di radiazione. Sono d’accordo, una punizione ci deve essere e ci sarà, ma il ragazzo non va assolutamente allontanato dal mondo del calcio. Sarebbe un errore grave quello di abbandonare al proprio destino un uomo che ha scambiato la polvere bianca per polvere di stelle, non rendendosi conto che al mondo di magico esiste solo l’affetto verso i propri cari. Costringerlo a lasciare l’unica cosa al mondo che lo può tirar fuori da questo inferno, sarebbe come allontanare defitivamente ogni speranza di rinascita. Allora si che ripiomberebbe in un mare di polvere senza senso, dal quale non basterebbe tutta una vita per ripulirsi.

E la Juve di Ferrara, pardon di Zaccheroni? Una dirigenza tanto brava a far quadrare i conti, tanto indecisa da brancolare nel buio da un pezzo a questa parte. Esattamente dal 4 a 1 che il Bayern rifilò alla Vecchia Signora in Champions League mesi fa. Se esisteva la volontà di cambiare guida tecnica, quello era il momento giusto. Inutile salvare le apparenze designando il povero Ciro ad altri incarichi societari: il suo fallimento come allenatore è stato reso noto a tutto il mondo. Non che sia tutta colpa sua, gli infortuni hanno avuto il loro fondamentale peso, acuito certamente dalla più totale assenza di un’organizzazione di gioco. Non si può attribuire la colpa solo ai due brasiliani, peraltro costati molto cari, quello si, quando tutti hanno reso ed ancora stanno rendendo al di sotto delle loro possibilità. La prima di Zac sulla panchina bianconera non è stata assolutamente da dimenticare: al di là dei sui meriti ( nessun in due giorni può avere la capacità di compiere rivoluzioni tattiche ) la squadra è sembrata più convinta ed ha trovato la porta con maggiore continuità rispetto alle precedenti uscite. Ancora non brilla per gioco e la difesa mostra le solite impressionanti lacune: due tiri in porta della Lazio, una rete subita. E’ anche un periodo nero dove tutto va storto e dove basterebbe tornare a vincere una partita per riprendere fiducia. A Zaccheroni il compito di risollevare questa Juve ferita nel gioco e nell’anima.

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