5 febbraio 2010

Rivincite senza vendetta



E se Ranieri vincesse finalmente qualcosa? Non che fino ad oggi non abbia vinto proprio niente ( 1 coppa Italia, 1 coppa di Spagna, 1 Supercoppa italiana ed 1 spagnola non sono un campionato né una Champions però…) ma tornare al successo in una competizione dopo che tutti lo davano per finito una volta cacciato dalla Juve sarebbe una pronta rivincita. Spesso il destino non ti offre un match point a distanza così ravvicinata. Sarebbe anche l'ulteriore riprova del totale imbarazzo calcistico della dirigenza bianconera, decisa, dopo la terz'ultima giornata dello scorso campionato ad esonerare il tecnico originario del Testaccio. Parlerei appunto di rivincita e non di vendetta perché i risultati non incoraggiavano Secco a mantenere il romano sulla panchina bianconera, certo è venuta a mancare la fiducia in Ranieri e nel suo progetto. Indubbiamente sarebbe un'ottima rivincita per l'ex allenatore di Chelsea e Fiorentina, un'ulteriore dimostrazione di forza dopo il due a uno inflitto proprio alla Vecchia signora non più di qualche settimana fa. Certo, una vittoria in Coppa Italia, non sarebbe stata la massima aspirazione per Blanc e soci, ma di questi tempi ( vedi un altro due a uno con cui l'Inter ha estromesso la Juve dalla competizione nazionale ) si sarebbe trattato di oro colato, metallo prezioso che lo specialista Ranieri inseguirà con la sua Roma, sempre più simile a lui. I giallorossi che ieri sera hanno piegato l’Udinese all’Olimpico per due a zero hanno dato prova di essere una squadra quadrata che non si accontenta mai ed insiste a macinare gioco. Sta tornando la Roma dei bei tempi, quelli di Spalletti che le aveva dato un’identità ben definita ed un gioco gradevole ed efficace. Vedremo se sarà capace di insidiare l’Inter anche per il campionato, dato che in coppa Italia si prospetta una finale, Fiorentina permettendo, fra la squadra di Mourinho e quella dell’eterno rivale Ranieri.
Una rivincita alquanto singolare quella dell’Imperatore rubro-negro, al secolo Adriano Leite Ribeiro da Rio de Janeiro, conosciuto da tutti come Adriano. Affogato nella fredda e nebbiosa Milano da bere sotto la guida di Macini prima e Mourinho poi, è riuscito a tornare a galla nuotando beato nella cachaça carioca. Il segreto del miracoloso recupero di un uomo sprofondato nel baratro della depressione e dato ormai da tutti per spacciato è molto semplice: fino all’altro ieri, giorno in cui sono state rese pubbliche le dichiarazioni di un dirigente del Flamengo (sua attuale squadra di club), si presupponeva che fosse così, ma mancava la certezza. Adesso è ufficiale: la ricetta per far uscire Adriano dalla depressione e farlo tornare al goal ( ben 19 le reti segnate nello scorso torneo con il titolo di capocannoniere in tasca ) è fargli fare quello che vuole! Se ha voglia di allenarsi, tutti lo aspettano a braccia aperte; ma quando scende dal letto col piede sbagliato, magari con ancora da smaltire la “stoppa” della sera prima, meglio lasciare che si riprenda al sole di Copacabana (e come dargli torto!) se possibile in compagnia di qualche nuova fiamma. Nessuno se la prende e non piovono richieste di multe da parte di giornalisti e dirigenti. Tutti lo amano, tifosi e compagni di squadra. Se lo trattassero come facevano all’Inter, fa sapere lo stesso dirigente, se ne sarebbe già andato da un pezzo. Anche nel suo caso si può parlare di rivincita insperata o quantomeno tempestiva, ma non di vendetta: all’Inter hanno fatto tutto il possibile per stargli vicino e recuperare l’uomo Adriano, prima ancora che il giocatore. Evidentemente i lussuosi locali milanesi e la bella vita europea non valevano gli amici di un tempo che ancora oggi vivono in una delle tante favelas brasiliane. Anche questo nuovo inizio di stagione è terminato come il precedente torneo: Adriano ha segnato cinque reti in sei partite ed il suo compito è quello di trascinare il suo Flamengo alla conquista della Libertadores. Se i risultati saranno quelli dell'anno scorso, ben vengano le sue sessioni speciali di allenamento sulla spiaggia!
Obiettivi diversi per Ranieri ed Adriano, ma stessa voglia di dimostrare il loro valore quando tutti li davano per finiti.

Nessun commento:

Posta un commento