18 febbraio 2010

Giglio reciso


Il giglio, contrariamente a quanto si pensi, è un fiore dotato di mille risorse per difendersi dal freddo. Ha stupito tutti per come si è difeso dalla gelata terra tedesca e con estrema fierezza ha sbalordito tutti con la sua fioritura d’inizio ripresa. Alla faccia dei libri di botanica e degli almanacchi del calcio.
È il caso del giglio fiorentino, specie più unica che rara coltivata da Prandelli, che resiste al freddo, non si appassisce, troneggia fiero nelle praterie della Bavaria in cerca di un posto al sole. Difficile
resistere alle intemperie di Monaco, però tornare a casa con il gambo intatto era impresa alla portata dei viola. Soprattutto di questa Fiorentina, sempre più vicina a scrivere pagine importanti della sua storia e proiettata verso un futuro roseo targato Della Valle. Solo la sfortuna e l'incompetenza massima di una terna arbitrale composta da dilettanti allo sbaraglio è riuscita a sbarbare scelleratamente un fiore profumato, coltivato con saggezza tattica da mister Prandelli. Un giglio sbocciato nonostante la rete subita nel recupero del primo tempo, subito protetto ed irrigato dal pareggio di quel mastino di Kroldrup, abituato a raccolti in campi nordici. Solo un crudele amante del grigio cemento tedesco poteva infliggere alla Fiorentina l'immeritata sconfitta di ieri sera, perché nell'ottavo di finale disputato nel futuristico impianto bavarese dell'Allianz Arena i viola non hanno assolutamente demeritato, dimostrando di potersela giocare alla pari con il Bayern di Van Gaal. Non bastava il periodo nero della squadra del direttore sportivo Pantaleo Corvino, privata del talento di Mutu, sconfitta a ripetizione in campionato, accolta da striscioni di qualche cretino che invitavano Prandelli a lasciare, adesso pure gli errori arbitrali si mettono ad ostacolare il cammino viola. Una tremenda ingiustizia per la Fiorentina vista ieri sera, una squadra ordinata che avrebbe meritato di uscire da Monaco con un pareggio. Nonostante gli ingestibili Robben e Ribery, la difesa viola ha corso rischi di normale amministrazione e non ha mai dato l'impressione di essere in balia dell'avversario, più quotato ed esperto a livello internazionale. Forse il segnalinee, allergico ai fiori o semplicemente ubriacato dalle combinazioni veloci di prima dei nostri giocatori, ha visto bene di rendersi protagonista. Prima non ha segnalato all’arbitro che il gomito di Gobbi era basso e che al massimo poteva essere sanzionato con un giallo; sul finire di gara non ha incredibilmente segnalato la posizione netta di fuorigioco in occasione della rete di Klose. Gila e compagni, più rispettosi da sempre delle meraviglie floreali toscane, sono stati spesso pericolosi in contropiede ed hanno giocato senza alcun timore reverenziale nei confronti dei tedeschi. Peccato per il risultato, frutto dell'insensibilità arbitrale nei confronti di un nobile fiore come il giglio, reciso di netto e privato della sua bellezza sul finire di gara. La Viola, però, non ha esaurito i semi ed al Franchi i tedeschi troveranno un campo fiorito. da far invidia al giardino di Boboli. Magari, si spera, anche un direttore di gara amante della natura.

2 commenti:

  1. Grande articolo.......sembri Brera da piccino

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  2. Eh eh magari! Grazie per commentare le notizie su Prisma Sport!

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