21 maggio 2010

Dalla Ginestra alle stelle (Pt.11)


Festa sarda (Pt.2)

Archiviate le cinque reti sul groppone con una bella doccia fredda, la truppa gialloverde si preparava alla festa in loro onore organizzata dalla gente del posto, prevista per la serata nel centro del paese. L'Ichnusa, vera protagonista della giornata ed ingurgitata durante e dopo l'incontro, contribuiva visibilmente ad alimentare quel clima goliardico, tendente all'euforico, che si era impossessato dei ragazzi di mister Machetti.
Il ricco programma prevedeva balli folkloristici in costume tipico del luogo e la fantastica esibizione dei tenores: i ragazzi rimasero profondamente colpiti dall'abilità dei tradizionali cantanti sardi, bravi a non stonare neanche una nota dopo aver bevuto un secchio di Cannonau a testa! Venne spiegato che serve a schiarire la voce! Ovviamente tutti vollero provare ed i risultati canori furono peggiori di quelli riportati sul campo il pomeriggio. Nel frattempo, alcol sommato ad altro alcol, contribuiva solo ad aumentare il grado di incoscienza fra i ragazzi provenienti dal continente, i quali non impiegarono molto tempo a socializzare con le simpatiche persone del posto. Il clima di festa paesana contribuì in maniera decisiva affinché le barriere culturali cadessero molto velocemente; così, prima ancora che il presidentissimo Aldinucci se ne accorgesse, vide sparire uno ad uno i suoi ragazzi dentro macchine targate NU che, neanche troppo lentamente, si allontanavano dal centro. Facendo mente locale sull'antica tradizione, tipica di quelle parti, circa il metodo di sbarazzarsi delle persone scomode, credette di esser riuscito a liberarsi di quel branco di fannulloni una volta per tutti. In realtà, quella mandata di ginestrini erano riusciti a farsi prendere in simpatia persino dai ragazzi del posto che, non comprendendo bene con chi avevano a che fare, ebbero pure la geniale idea di invitarli a casa loro per un piccolo spuntino prima della cena ufficiale.
Persone ospitali come sardi sono difficili da trovare in giro, solo che la speranza dei gialloverdi era quella di ottenere qualcosa di più della semplice ospitalità. Di fronte alle tante bellezze dell'isola, le ragazze del posto non erano affatto seconde alle limpide acque di Stintino. Solo che non funzionava proprio come pensavano e se da una parte il pieno di Ichnusa incoraggiava a lanciarsi alla conquista, dall'altro la faccia torva di chi li aveva introdotti nelle proprie abitazioni, accogliendoli come fratelli, non prometteva niente di buono. Fortuna volle che le simpatiche ragazze del luogo presero sul ridere le avances, neanche troppo velate, dei montevarchini ed il clima si mantenne allegro, con buona pace di tutti.
Una volta rientrati in paese, riuscirono a sedersi a tavola per la cena organizzata dentro la scuola locale solo intorno alle 2 del mattino, dopo aver avuto il coraggio di visitare tutti i bar di Orotelli. Rigettante fu il primo impatto con l’odore di pecora lessa che aleggiava nella sala, vero piatto forte della cucina locale. Prima, però, di affondare la forchetta sulla pietanza principale della nottata, fu innumerevole la serie di antipasti e primi piatti che sbarcò sul tavolo della Ginestra: una mangiata storica che segnerà il cammino di ritorno dei colori gialloverdi. Le facce dei ragazzi con la bocca piena di pecora lessa nel tentativo di buttarla giù erano tutte un programma: chi fingeva di gustarne il sapore, chi l’affogava con l’Ichnusa, chi, preso dalla disperazione, ingurgitava mezzo chilo di pane pur di spingerla nello stomaco!
Fu un’impresa dura, ma dopo due ore di sanguinosa battaglia giunse il momento di fare ritorno verso Nuoro, dove occorreva fare le valige per poi dirigersi ad Olbia, dove alle 5 li aspettava il bus. I saluti con i nuovi amici furono calorosi ed al limite della decenza, visto l’elevato tasso alcolico nell’aria e nel sangue dei presenti. L’invito a contraccambiare l’ospitalità a Montevarchi con i ragazzi di Orotelli sembrò, a quei pochi ancora rimasti sobri, un autentico suicidio residenziale: nel senso che sarebbero stati cacciati tutti, autoctoni e non, a suon di calci nel sedere dal nostro sindaco dopo la prima serata passata ad imbrattare di vomito la via Roma ed il centro storico!
Ore 5: in attesa del pullman che li portasse al traghetto, Baleno e compagni tentarono di restare in piedi sfidando l’Ichnusa assimilata e la pecora lessa che ancora si ributolava dentro lo stomaco manco fosse viva. Baldino, figura storica della Ginestra, decise di prendere una Coca al bar dell’hotel per cercare di alleviare il senso di pesantezza ovina: il tempo di mandare giù il primo sorso, che un possente getto di brodaglia gastrica ricoprì con uno spaglio olimpico le pareti dell’edificio. Quando si dice il connubio coca a pecora o pecora a coca che dir si voglia!
Il tragitto in pullman verso il traghetto non ebbe miglior sorte: in confronto la via crucis era stato un rapido senza fermate. Ogni 3 kilometri il povero autista era costretto a fermarsi perché qualcuno aveva bisogno di un po’ d’aria: appena messa la testa fuori, la boccata di vomito era istantanea.
Le cose non migliorarono di molto in traghetto, dove l’imbarazzo gastro – intestinale si rivelò tragico: i bagni risultarono presto monopolizzati dalla Ginestra, complice anche le condizioni del mare, con buona pace degli altri viaggiatori. Visto l’affollamento in area toilette e le condizioni precarie in cui erano stati ridotti i bagni, Sandrone, vittima della dissenteria ovina, fu costretto a liberarsi posizionato in piedi sulla tavoletta: un numero d’alta scuola che evidenziò le doti fisiche del roccioso centrale gialloverde. Fu praticamente così che passò le 9 ore di traversata. Come lui, molti altri compagni di squadra passarono il tempo in preda a conati di vomito e strizzoni intestinali di pecora lessa.
Nonostante l’anno fosse iniziato con questa infausta trasferta, la stagione che seguì fu una fra le più gloriose nella storia della Ginestra: con una partenza in sordina, lontani anni luce dai favori del pronostico, i ragazzi di mister Machetti seppero formare un gruppo unito, capace di approdare alla finale di campionato e di vincerla grazie ad un eurogoal di Nundini.
Proporrei al presidentissimo un altro ritiro pre-campionato per la prossima stagione: più nefasta sarà la trasferta, maggiori saranno le probabilità che la Ginestra disputi un ottimo campionato!



2 commenti:

  1. Vice Mister ad interim, già Capitano ad interim21 mag 2010, 14:14:00

    Oddio che spettacolo! Sei un mito!
    L'idea del ritiro nefasto mi piace... con 15 anni di esperienza in più sulle spalle non oso pensare a quali elevate prestazioni si potrebbe arrivare... nel qual caso, se l'equazione ritiro nefasto = vittoria in campionato fosse vera, credo riusciremmo ad ammazzare il torneo già verso gennaio...

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  2. Eh, caro Cugio, sono già in trattativa con il presidentissimo per organizzare un ritiro pre-campionato di quelli che faranno epoca...Per adesso massimo riserbo! Ovviamente il cronista al seguito è compreso...un giorno i nostri figli dovranno leggere e capire, ahimé!

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