27 novembre 2009

Che prova d'amore!



Cosa succederebbe se una qualsiasi squadra italiana venisse sommersa di reti in una finale di una competizione continentale? Scommetto riceverebbe un’accoglienza alquanto “calorosa” al rientro in aeroporto: conoscendo i nostri tifosi, li farebbero proprio la “festa”! Magari condita dal lancio di uova marce ed inviti, tutt’altro che garbati, ad andare a lavorare. Quanto volte abbiamo visto in tv le immagini dell’aeroporto di Roma o di quello di Milano, con i giocatori che uscivano scortati dai poliziotti per evitare l'assedio dei tifosi!
Ieri sera, intorno alla mezzanotte ora locale, i giocatori della Fluminense, team brasiliano che disputa il campionato di serie A, sono sbarcati a Rio de Janeiro, di ritorno dalla lunga trasferta di Quito, capitale dell’Ecuador. I carioca sono stati capaci di perdere la finale d’andata dellaCoppa Sul-Americana ( la seconda competizione continentale per importanza, dopo la Coppa Libertadores ) con l’imbarazzante punteggio di 5 a 1, contro i padroni di casa del LDU ( Lega Deportiva Universitaria ), rendendo con tutta probabilità inutile la partita di ritorno al Maracanà, in programma il prossimo 2 dicembre. Solo un miracolo sportivo potrebbe ribaltare la situazione e sovvertire il pronostico.
La polizia presente all’aeroporto non si aspettava un’affluenza simile di tifosi, considerata anche l’ora tarda; invece ha dovuto fronteggiare a fatica l’assalto di circa 300 tifosi. Tutto faceva pensare al peggio, invece l’accoglienza riservata ai propri giocatori dai tifosi è stata unica. Si è trattata di una vera e propria prova d’amore: “uno spettacolo da far venire i brividi, non possiamo deluderli ” ha dichiarato, in preda all’emozione, il centravanti ex Lione, Fred. Gli stessi giocatori sono rimasti sorpresi da una simile accoglienza. I tricolores ( tifosi della Fluminense definiti così per i tre colori sociali verde-bianco-granata della squadra ) hanno trasformato lo scalo degli arrivi in una tribuna del Maracanà : sventolio di bandiere, esposizione di striscioni e cori di incitamento a non mollare e crederci ancora. I poliziottti sono riusciti a fatica a formare un piccolo cordone per il passaggio dei giocatori, ma non si è registrato nessun problema: la gente aveva solo bisogno di abbracciare e trasmettere il loro affetto ai propri beniamini. Emblematico uno striscione che mostrava la scritta: “ Nei momenti belli sono con te, in quelli difficili ti amo”.
In questa frase ritengo viva l’essenza di quello che dovrebbe essere il tifo, la passione verso la propria squadra di calcio o verso qualsiasi altro idolo sportivo. Cori con il nome di ogni giocatore scanditi ad alta voce, hanno animato gli arrivi dell’aeroporto Galeão, di Rio. I giocatori sono stati accompagnati dai tifosi fino alle proprie auto, parcheggiate appena fuori lo scalo: durante tutto il tragitto, sono state intonate canzoni a ritmo di batteria e lo show dei torcedores è terminato solo una volta aver recitato tutti insieme l’inno ufficiale della squadra.
I tifosi hanno voluto dimostrare la loro vicinanza ai giocatori in un momento delicato nella stagione della Fluminense. Prima della sconfitta contro gli ecuadoriani dell’LDU, erano ben 13 partite che il Fluzão non perdeva un incontro ufficiale: una striscia positiva che lo ha portato in finale di coppa e fatto risalire posizioni preziose in campionato.
La squadra, guidata ad inizio stagione da una vecchia conoscenza del calcio italiano, l’ex ala destra Renato Portaluppi ( una sola stagione e neanche troppo felice nella Roma dell’88/89 ), è stata affidata al tecnico Cuca a campionato in corso, nella speranza di raggiungere un’insperata salvezza. Mancano solo due sole giornate al termine del Brasileirão e la Fluminense si trova in quart’ultima ( in Brasile retrocedono le ultime quattro ) posizione con 42 punti, staccata di sole due lunghezze da Botafogo, Atletico Paranaense e Curitiba. Dipende solo da se stessa. Nel prossimo match casalingo di domenica deve assolutamente battere il Vitoria e puntare a giocarsi tutto nell’ultima di campionato in casa del Curitiba, in uno scontro che si preannuncia al cardiopalmo.
Per l’assegnazione del titolo, invece, sembra essere ormai una lotta a due fra il San Paolo, in cerca del quarto successo nazionale consecutivo, ed il Flamengo, trascinato dalle reti ( ben 19! ) dell’imperatore Adriano. Mengão che domenica prossima affronta proprio il Corinthias dell’amico Ronaldo ed ex compagno ai tempi dell’Inter: una sfida ricca di significati, dove il Fenomeno dovrà calpestare i propri sentimenti e dimenticare, almeno per un giorno, la sua fede calcistica per il Flamengo.
Il San Paolo farà visita al Goias, capace il turno precedente di fermare sullo zero a zero il Flamengo, in un Maracanà pieno zeppo in ogni ordine di posto e pronto ad esplodere in caso di conquista della vetta della classifica.
Indipendentemente da chi vincerà il Brasileirão o da chi riuscirà a salvarsi, resta la lezione d’amore sportivo che i sostenitori della Fluminense hanno regalato al calcio. Per questo, non me ne vogliano gli amici brasiliani tifosi delle altre squadre coinvolte nella lotta per non retrocedere, spero proprio sia il Fluzão di Rio de Janeiro, meravigliosa città natale dell’amico e giornalista Mauricio Motta, a salvarsi!

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