2 novembre 2009

Juve senza carisma



È una Juve che ha ottime individualità. Buffon è il solito fuoriclasse tra i pali. Cannavaro è tornato per apportare quel tocco di esperienza internazionale che forse mancava al reparto difensivo. Ha i suoi anni ed ha forse perso lo scatto di un tempo, ma resta pur sempre il centrale della nostra nazionale. Chiellini, nelle ultime due stagioni, è cresciuto in maniera esponenziale e rappresenta il futuro del calcio italiano a livello difensivo: deciso nelle chiusure, in questo inizio di stagione ha saputo segnare già due reti. Sulla fascia sinistra è arrivato un altro giocatore che in quanto a esperienza non ha niente da invidiare a nessuno. Il signor Grosso, autore del cielo dipinto di azzurro sopra Berlino, vanta un sinistro potente e preciso, utile sui calci di punizione e tagliente nei cross. Riesce pure a coprire bene la fascia, cosa non da poco per un esterno di sinistra: un ruolo che storicamente sforna grandi campioni capaci solo di fare bene la fase offensiva.

A centrocampo è arrivato a fare diga Felipe Melo, giovane con un promettente futuro davanti a sé. Il vero acquisto della stagione si chiama però Diego, anche lui brasiliano, ma con alle spalle già un’importante esperienza europea nelle fila del Werder Brema. Infatti si è ambientato subito bene, nonostante un lieve infortunio lo abbia tenuto lontano dalle gare ufficiali per un mesetto. Camoranesi è il solito genio e sregolatezza. La conferma dei giovani provenienti dal vivaio garantisce alla Juve un futuro sicuro ed un presente rassicurante. Marchisio è già entrato in pianta stabile nel giro della nazionale maggiore di Lippi e Giovinco non tarderà ad imporsi a quei livelli. L’attacco è rimasto invariato rispetto alla scorsa stagione, ma Amauri, Trezeguet, Iaquinta e Del Piero rappresentano un potenziale offensivo di prima fascia.

Ciro Ferrara in panchina non avrà l’esperienza di Ranieri ma è amato dal popolo bianconero ed è un uomo che sa quello che vuole dalla propria squadra. Allora cosa manca a questa Juve per essere competitiva in Italia ed in Europa? Perché non riesce a dare continuità alle buone prestazioni che ogni tanto riesce ad offrire? Finora abbiamo visto una Juve ad alti e bassi. Più bassi che alti, francamente.

Troppo spesso dopo prove superbe, seppur limitate in questa stagione, sono seguiti preouccupanti passaggi a vuoto. Preoccupante è la difficoltà con cui i bianconeri non riescono ad impostare e gestire la partita quando tutte le condizioni sono a loro favore. Le partite interne con Bologna e Napoli ne sono una prova lampante. Seppur la Juve non avesse fornito una grande prova, in entrambe i casi, si trovava a dover difendere e gestire un prezioso vantaggio. Con il Bologna finì con un pareggio raggiunto, seppur meritatamente, dagli ospiti allo scadere. La recente sconfitta con il Napoli, invece, è un campanello d’allarme alquanto preoccupante. Avanti di due reti al 10’ del secondo tempo, per giunta in casa, la palla va nascosta all’avversario. Le reti rocambolesche con le quali il Napoli è riuscito a vincere la gara sono frutto della disattenzione e dell’affanno con cui la retroguardia bianconera ha interpretato l’ultima mezz’ora di partita che restava da giocare.

Manca un vero leader in campo. Ecco qual è il problema. Nedved ha lasciato il calcio giocato e Del Piero, a causa di ripetuti infortuni, deve ancora debuttare in questa stagione. Diego, potenziale leader per indiscusse qualità tecniche, ancora non può permettersi di caricare sulle spalle il peso della squadra. E’ arrivato da pochi mesi, non parla bene la nostra lingua ed ancora non ha quello “storico” necessario per ottenere credibilità dai compagni di squadra.

Ci fosse stato Del Piero in campo, vero leader di questa Juventus oltre che il capitano, le cose sarebbero andate diversamente. Sappiamo tutti che non si tratta più di quel giocatore che portò la Juve alla conquista della sua seconda e, fino ad oggi, ultima Coppa Campioni ma in campo riesce ancora a fare la differenza. Un qualcosa in più non solo a livello tecnico, ma anche e soprattutto a livello di carisma. I compagni lo seguono e lo ascoltano. E’stato lui la vera anima della Vecchia Signora in questi ultimi anni difficili. Non importa se nell’uno contro uno adesso lo fermano più spesso di una volta e se le punizioni a rientrare non vanno tutte a bersaglio. Con lui in campo la Juve ha un altro carattere. Riesce a trasmettere quella cattiveria sportiva che è mancata nelle ultime partite, troppo spesso lasciate pericolosamente aperte fino al fischio finale. Il rientro dovrebbe essere vicino. Nel frattempo, Ferrara dovrà lavorare più sull’aspetto psicologico che su quello tecnico. La Juve non avrà l’organico dell’Inter, ma ha tutte le carte in regola per fare e meglio e lottare per la vittoria finale del campionato. Ancora siamo a Novembre e niente è perduto.


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