25 novembre 2009

Dolce-amara Champions



La Fiorentina dei Della Valle, tanto criticati per non aver investito abbastanza nella squadra, scrive una pagina importante di storia della società viola. Dopo la vittoria di ieri sera sul Lione per uno a zero, la squadra di Prandelli si è garantita matematicamente l’accesso agli ottavi di Champions League con un turno di anticipo. In curva Fiesole non è roba da tutti i giorni festeggiare simili traguardi, forse è arrivato il momento di esporlo uno striscione con bel grazie alla proprietà!

La Fiorentina è scesa in campo col piglio della grande squadra, determinata ad ottenere solo quell’unico risultato che potesse garantirle il passaggio del turno: la vittoria. Fin dai primi minuti era palpabile la tensione fra i giocatori viola, ma col passare delle azioni la sicurezza di poter compiere l’impresa scacciava il terrore di sbagliare il passaggio decisivo. I due pali a distanza ravvicinata fra il 10’ e l’11’ hanno dato sicurezza ai padroni di casa che, a testa bassa, hanno messo alle corde i francesi. Dopo la rete di Vargas intorno alla mezz’ora del primo tempo, i ragazzi di mister Prandelli, orfani di Mutu e con Jovetic in panchina, hanno gestito bene il vantaggio. Anche nella ripresa, il Lione è stato contenuto bene, perlomeno fino a quando le gambe hanno retto. Nei dieci minuti finali, la Fiorentina ha ceduto terreno al Lione, che si è reso pericoloso sfiorando il pareggio in ben tre occasioni. Miracolosi, senza ombra di dubbio, gli interventi di Frey che hanno permesso alla sua squadra di passare il turno di Champions.

Il cedimento dei viola nel finale potrebbe esser stato anche di natura psicologica, perché dopo aver giocato una partita di tale intensità agonistica e vedere il traguardo così vicino, a solo pochi minuti di gioco, ti paralizza le gambe ed annebbia il cervello. Difficile rimanere lucidi quando la metà si intravede, ma ancora la si deve raggiungere. Al fischio finale, il giusto tributo dei tifosi che hanno abbracciato idealmente tutta la squadra raccolta nel cerchio di centrocampo con le mani levate al cielo.

Che il Barcellona campione d’Europa fosse superiore all’Inter, probabilmente era cosa nota. Non capisco tutto lo sdegno giornalistico di fronte alla prestazione incolore dei nerazzurri al Camp Nou. Definire quella di ieri sera la peggior partita di Mourinho in Europa da quando si trova alla guida dell’Inter, mi sembra una cattiveria gratuita. Le peggiori o migliori partite si valutano anche in base al calibro dell’avversario che si affronta. Forse molti opinionisti non avevano assistito alla partita di San Siro, dove il Barcellona, seppur con meno autorità rispetto a ieri, aveva comunque annichilito i padroni di casa sul piano del gioco. In quell’occasione, gli ospiti non erano riusciti a segnare e di conseguenza ne era venuto fuori un prezioso pareggio per la squadra di Moratti; non a caso, il saggio Mourinho dichiarò che si trattava di un punto guadagnato, nonostante la gara si fosse disputata a Milano.

Catalani che ieri sera, con Ibra e Messi fuori per infortunio, si sono affidati solo e soltanto alla forza del collettivo, applicando alla lettera gli schemi di mister Guardiola. I risultati si sono visti fin da subito: geometrie di gioco che tagliavano a fette la metà campo interista, passaggi al buio per inserimenti che arrivavano puntuali ed un monumentale Iniesta, imprendibile in mezzo al campo con la palla fra i piedi. Qualcuno, per caso, voleva pure vincere? Invece di affondare il coltello nella piaga, credo sia più utile salvare i pochi aspetti positivi dei nerazzurri e non accanirsi sui singoli giocatori, quando è stata la squadra intera a soffrire il pressing a tutto campo dei padroni di casa. Difficile impostare il gioco quando neanche Julio Cesar, in fase di rinvio, sapeva a chi passare la palla! I catalani occupavano gli spazi in maniera intelligente ed in fase di non possesso non lasciavano respirare i nerazzurri, aggredendoli fin nella loro metà campo. Qualcuno, per caso, voleva provare ad imbastire una trama offensiva ? Sono d’accordo nel riconoscere che il Rubin Kazan’ non solo non ha perso a Barcellona, ma è pure riuscito a vincere; ma con il Barça nella forma psico-fisica di ieri sera non c’era proprio niente da fare. Il secondo tempo, complice anche il rassicurante vantaggio dei campioni d’Europa, ha visto l’Inter soffrire meno la pressione blaugrana e tentare qualche sortita offensiva.

Il problema principale resta la mentalità. Il concetto di squadrone in Italia è ancora diverso da quello che si intende all’estero, soprattutto in Spagna ed Inghilterra. Le squadre che puntano alla vittoria in Europa, si basano sul possesso palla dal primo all’ultimo minuto e privilegiano il gioco di squadra rispetto alle giocate ed ai colpi di classe dei singoli. Che l’Inter in Europa debba crescere ancora per poter sperare di giocarsela fino alla fine è cosa risaputa. Altrettanto noto a tutti deve essere che, per il momento, non sono le partite di ieri sera quelle da vincere. La qualificazione non è compromessa ed il girone dei nerazzurri si è rivelato più equilibrato di quanto si pensasse, dato che ancora tutte le squadre sono in lizza per passare il turno. Non è il momento di fare drammi né provocare inutili allarmismi, il Barcellona è superiore all’Inter così come il Brasile lo è all’Italia. Qualcuno, per caso, dopo la sconfitta in Confederations Cup ha messo in croce Lippi? Non mi sembra. Anche il viareggino, così come ha fatto Mourinho ieri sera, aveva serenamente ammesso che i verdeoro erano superiori all'Italia. Nessuno gridò allo scandalo. Con buona pace di tutti, è bene lavorare sodo per arrivare in forma al momento decisivo della stagione, dove solo allora una sconfitta potrà determinare l'esito di un'intera annata.

2 commenti:

  1. Articolo perfetto. Il Lione e il Liverpool sono superiori alla Fiorentina. E' proprio grazie alla mentalità che Prandelli ha dato alla squadra coronata da una dirigenza impeccabile, che è stato possibile il miracolo. Proprio il contrario dell'Inter che in Italia è stramaledettamente superiore alle altre (anche se per ora ha incontrato solo il Milan ad inizio campionato e vedi pareggio con la Roma), ma quando si tratta di affrontare squadre di livello più alto ecco che si ammosciano gli attributi. In sintesi: Mourinho si sta rivelando solo chiacchere e distintivo. Mi meraviglia che la stampa non abbia iniziato una campagna simile a quella fatta con Mancini. Non parliamo poi della dirigenza. Dico solo che se Della Valle avesse i soldi di Moratti avrebbe già vinto 8 scudetti 12 coppe italia 7 champions e 6 coppe intercontinentali.

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  2. Ciao The hawk! Grazie per aver commentato le notizie su Prisma Sport!
    Il guaio dell'Inter, proprio come nelle scorse stagioni, è la mentalità: in Italia, complice anche il fatto che la concorrenza è mano agguerrita, entra in campo già convinta della propria forza ed i risultati si vedono ( anche se, come facevi giustamente notare tu, ancora mancano gli incroci con le grandi). In Europa è tutto più difficile: le squadre sono più attrezzate e la convinzione dei nerazzurri stenta. Così come anche il gioco.
    Magari Della Valle investisse gli stessi capitali che Moratti spende per l'Inter!!!
    Ciao!

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